Euzophera spp., danni in oliveti del nord Italia

Al genere Euzophera appartengono alcuni lepidotteri che sono noti per arrecare danni alle oleaceae, tra questi Euzophera pinguis e Euzophera bigella.La prima, ad oggi, in Europa, è segnalata in Bulgaria e in Spagna (www.cabi.org/isc/datasheet/23628) e in questo secondo paese è talmente diffusa da essere considerata la terza avversità più dannosa per l’olivo.

Euzophera bigella, invece, ha una distribuzione maggiore (www.cabi.org/isc/datasheet/23624) e recentemente in Grecia ne è stata descritta la presenza, il danno e segnalata come fitofago emergente (Simoglu et al., 2012).

Il ciclo biologico di questi lepidotteri è stato descritto per Euzophera pinguis in Spagna (Andalusia), dove vengono segnalate 2 generazioni annuali: una primaverile e una autunnale.

Il danno all’olivo è causato dall’attività trofica delle larve le cui gallerie, scavate tra corteccia e legno, alla base del ramo o nelle biforcazioni delle branche portanti dove impediscono la circolazione della linfa e causano un indebolimento della parte situata al di sopra dell’area colpita.

Osservando la chioma si può notare che molte branche colpite presentano foglie di colorazione verde pallido, ingiallite o disseccamenti. In particolare, risultano più colpite le branche meglio esposte a sud e le piante in versanti caldi e luminosi.

In Liguria, e in particolare nell’area del Tigullio, recentemente sono state segnalate alterazioni probabilmente causate da lepidotteri del genere Euzophera. 

Gli attacchi più gravi, di solito, corrispondono a un eccesso di ferite che possono essere state provocate da potature, innesti, gelate, grandinate primaverili specie se associate a rogna (Pseudomonas savastanoi pv savastanoi).

L’infestazione è confermata dall’osservazione diretta dei sintomi e dall’esame delle parti legnose attaccate, caratterizzate da fessurazioni e ingrossamenti corticali in netto contrasto con l’aspetto liscio della parte sana circostante. In questi ingrossamenti, se esplorati, possono essere visibili glomeruli di escrementi mischiati a filamenti che li tengono insieme, sicuro sintomo della presenza delle larve del lepidottero. Dalle prime indicazioni pervenute, negli oliveti liguri i danni sembrano essere maggiori in oliveti ben curati e gestiti e in queste condizioni sono state osservate alterazioni tanto importanti da essere confuse con attacchi di rogna.

Segnalazioni di danni imputabili a Euzophera spp. e simili a quelli sopra descritti sono stati segnalati dal CeRSAA a seguito di attività di campo e laboratorio in località della Liguria diverse dal Tigullio come Genova, Savona, Pontedassio, Finale Ligure, Chiusavecchia e Diano Marina.

Inoltre, il CeRSAA di Albenga, durante la sua attività, ha avuto modo di evidenziare alcune annotazioni specifiche che vengono riportate di seguito:

  1. le piante/branche più colpite sono quelle meglio esposte al sole e al calore
  2. oliveti molto concimati con azoto sembrano essere più colpiti di quelli meno concimati o affatto concimati (abbandonati);
  3. molti tecnici e agricoltori hanno inizialmente imputato la causa dell’alterazione (rametti disseccati e suberificazioni o screpolature del fusticino) a danni causati dagli abbacchiatori meccanici.

Alla fine di febbraio 2020, nell’ambito del progetto di cooperazione Leader “Olivicoltura 2030” finanziato dalla DG Agricoltura di Regione Lombardia quattro sopralluoghi nell’area di coltivazione dell’olivo del Lago di Garda, a seguito di segnalazioni di diversi problemi fitosanitari. In quell’occasione, sono state riscontrate numerose alterazioni attribuibili presumibilmente a Euzophera spp..

Ad oggi, le rilevazioni in campo segnalano attacchi di intensità variabile in pressoché tutti gli areali lombardi, con casi, fortunatamente rari, di elevata compromissione delle strutture legnose.

Come già accennato, gli oliveti più colpiti sembrano essere quelli dove la vegetazione sviluppa rigogliosa, quali campi ben gestiti e nutriti o in fase di riforma. I danni sono stati registrati sia su rami di 1-2 anni, solitamente succhioni vigorosi, che su parti più vecchie (4-5 anni).

Molte alterazioni sui rami, simili ad attacchi di rogna (ingrossamenti del fusticino, con screpolature e suberificazioni superficiali) sono stati inizialmente imputati dagli agricoltori e tecnici a danni da rogna favoriti dal succedersi di lesioni dovute a numerosi eventi grandinigeni nel corso del 2019 che della gelata del 2018. Danni associati ad Euzophera spp. sono stati successivamente riconosciuti anche negli areali olivicoli del Sebino e Lario, con una prevalente diffusione, anche in questo caso, negli oliveti recidivi di sintomatologia associata a P. savastanoi pv savastanoi.

A questo proposito è giusto ribadire che esternamente le escrescenze sui fusticini sembravano somigliare ad attacchi di rogna, ma, al taglio, i tessuti non si mostravano affatto suberificati, ma turgidi, ricchi di linfa e cavi, essendo cresciuti attorno alle zone di scavo delle larve.

A seguito delle segnalazioni giunte dal Tigullio e da altre realtà olivicole liguri il Centro di Agrometeorologia Applica Regionale (CAAR) della Regione Liguria ha innanzitutto predisposto e diffuso tramite i servizi informativi regionali un apposito questionario online, tuttora attivo con il quale rilevare informazioni a scala territoriale su diffusione e gravità dei danni ascrivibili a Euzophera spp. sopra descritti.

In circa due settimane sono pervenute oltre trenta risposte da tutte le province liguri tuttora in corso di valutazione. Inoltre, si è provveduto a:

  • definire una metodologia di monitoraggio, partecipato dalla Cooperativa Olivicoltori Sestresi, della presenza del volo degli adulti. Si è scelto di utilizzare il feromone di Euzophera pinguis;
  • individuare alcuni punti di monitoraggio (5) rappresentativi della variabilità pedoclimatica e di coltivazione dell’olivo nel Tigullio;

Il fatto che sia la prima segnalazione in aree olivicole del centro-nord Italia (Liguria e Lombardia) fa pensare che Euzophera spp. potrebbe averle raggiunte a seguito di un adattamento conseguente ai cambiamenti climatici in atto. Questo anche per il fatto che i danni sono stati rinvenuti con diverse intensità di attacco nelle diverse condizioni di coltivazione dell’olivo, il che avvalora l’ipotesi di un adattamento generalizzato delle specie ai territori olivati descritti.

L’intensità dei danni attuali, inoltre, potrebbe essere anche una conseguenza di recenti avversità atmosferiche.

Quanto sopra fa pensare alla necessità di lavorare all’accertamento della o delle specie coinvolte come pure, contemporaneamente, di tenerne sotto controllo l’evoluzione della presenza e del danno.

Si ritiene pertanto importante procedere nel monitoraggio di Euzophera spp. nei territori coinvolti per una sempre migliore conoscenza sia della sua biologia come pure dei vari aspetti legati alla sua dannosità.

Appare importante, infine, avviare una serie di valutazioni dedicate al contenimento del fitofago, verificando l’efficacia di diverse tecniche già sperimentate in altre realtà olivicole.

Fonte: www.olivoeolio.edagricole.it