Il grido d’aiuto d’un olivicoltore pugliese
Pochi giorni fa, a Melpignano in provincia di Lecce, si è tenuto l’ormai nota Notte della Taranta, alla presenza di circa centoomila spettatori.
Tra essi spiccava un cartello tenuto ben in alto da un olivicoltore leccese che diceva:
“Voglio sensibilizzare sulla grave situazione in cui versa l’olivicoltura salentina!
Vediamo alberi con secoli di storia morire inermi!
Sono passati anni da quando è comparso il primo focolaio e, ad oggi, abbiamo solo ipotesi e nessuna soluzione! Un tempo i nostri ulivi erano la ricchezza di tante famiglie!
Bisogna investire nelle Università del Salento, incentivare i giovani nella ricerca a 360° prima che lascino la nostra terra!
I piccoli agricoltori sono oppressi dalle tasse, dalla buracrazia e sono tagliati fuori dal mercato agricolo!
Chi si farà carico delle famiglie degli agricoltori quando non avranno più reddito?
Se non prendiamo una decisione al più presto, i nostri ulivi diventeranno un deserto e ai nostri giovani non resterà altro che emigrare!
Rimbocchiamoci le maniche e insieme possiamo migliorare il futuro della nostra terra!”
Credo non ci sia nulla da commentare.