Il Mise vorrebbe vietare il tappo antirabbocco per l’olio extra vergine d’oliva: è pericoloso!

Il Ministero dello sviluppo economico vorrebbe vietare il tappo antirabbocco per l’olio extra vergine d’oliva, ma stranamente non per aceti e superalcolici, perchè “tipologia di tappi non sicura per l’uso da parte del consumatore”. Ma solo a casa, perchè al ristorante continuerebbe a essere obbligatorio. No, non è una fake news, ma sembra di essere a Scherzi a parte

Lo stesso giorno (28 giugno 2018) in cui spuntava l’idea dell’olio extra vergine di oliva Italico, discussione avviata dal duo Coldiretti-Federolio, smentita dalla prima e confermata dalla seconda associazione, ecco che il direttore generale del Ministero dello sviluppo economico verga una lettera (protoccollo U0266943-28-6-2018) con la quale suggerisce di mettere fuorilegge il tappo antirabbocco per le bottiglie di olio extra vergine di oliva.

La nota, inviata al Ministero della salute e a quello dell’agricoltura, mette sul banco degli imputati il tappo antirabbocco, reo di essere impropriamente utilizzato dai consumatori, i quali stando a quanto ci è stato raccontato dal Ministero dello sviluppo economico, si potrebbero far male tentando di manomettere il tappo per rabboccare la bottiglia.

Scartata l’idea di una campagna istituzionale di informazione, poiché non “adeguata a risolvere definitivamente la problematica dovuta a una intrinseca pericolosità dimostrata dal sistema, qualora applicato su confezioni vendute al consumatore.”, l’unica possibilità rimane bandire il tappo antirabbocco poiché “il verificarsi di numerosi incidenti collegati all’uso di bottiglie con tappo antirabbocco, occorsi presumibilmente anche in presenza di apposite avvertenze, portano a concludere che questa tipologia di tappi non sia sicura per l’uso da parte del consumatore finale, se non nell’ambito dei servizi offerti dalle collettività (ndr leggasi ristorazioni e mense), come previsto dalla legge n. 9/2013.”

Si scomoda persino il Codice del Consumo e l’articolo 104 che impone che i produttori immettano sul mercato solo prodotti sicuri.

Il Direttore generale del Ministero dello sviluppo economico, Stefano Firpo, conclude che, in attesa di modificare la legge 9/2013 “si ritiene opportuno promuovere un protocollo d’intesa tra Amministrazione e associazioni di produttori e di distributori affinchè, a maggior tutela del consumatore, non vengano offerti in vendita allo stesso confezioni di olio recanti il dispositivo antirabbocco.”

Quindi il direttore Firpo, implicitamente, dà a tutti i consumatori italiani degli imbecilli che sarebbero capaci di utilizzare propriamente la bottiglia d’olio con tappo antirabbocco solo al ristorante e non a casa. Non si spiega altrimenti la volontà di non mettere in discussione l’obbligo del tappo antirabbocco nei pubblici esercizi. O il tappo antirabbocco è pericoloso, e in quanto tale va vietato, oppure non lo è. Lo stesso Codice del Consumo dice che il prodotto si considera sicuro quando in condizioni di uso normale o ragionevolmente prevedibili non presenta alcun rischio oppure presenta unicamente rischi minimi. Manomettere un tappo è considerato quindi dal Ministero dello sviluppo economico una condizione di uso normale o ragionevolmente prevedibile?

Il direttore Firpo, evidentemente, non è neanche stato informato (o frequenta poco i supermercati) che i tappi antirabbocco sono applicati a numerosi altri prodotti alimentari venduti direttamente al consumatore finale, dai supercalcolici agli aceti. Certo, per questi prodotti cambia il nome, essendo definito tappo dosatore. Mi risulta però che esistano dei “simpatici” video su Youtube che mostrano come togliere (cioè manomettere) tali tappi dalle bottiglie di note marche di superalcolici, senza che, evidentemente il Ministero dello sviluppo economico si scandalizzi o ne faccia una questione di Stato.

La vertenza sulla presunta pericolosità del tappo antirabbocco è stata sollevata al Ministero delle sviluppo economico da parte dell’Associazione italiana industrie prodotti alimentari (Aiipa), aderente a Confindustria, e che si occupa di nutrizione e salute, caffè, surgelati, prodotti vegetali, preparazioni alimentari e prodotti alimentari. Non quindi l’industria olearia che è strutturata in una propria associazione, l’Assitol, anch’essa aderente a Confindustria.

Evidentemente il caso antirabbocco è stato considerato tanto grave dal Ministero dello sviluppo economico da dedicarci “uno specifico incontro e successive interlocuzioni con Aiipa”. Con grave spreco di denaro pubblico e ore di lavoro della pubblica amministrazione, mi permetto di sottolineare, vista la palese irrazionalità e irragionevolezza della questione.

Quanto ci possiamo augurare ora è che, nel più tipico stile italiano, la nota del Ministero dello sviluppo economico resti a prendere polvere in eterno su qualche scrivania.

Fonte: www.teatronaturale.it