Oliveto, difesa estiva
In estate la difesa dai patogeni raramente richiede l’esecuzione di interventi specifici; in genere durante la stagione più calda si evidenziano i sintomi di infezioni fungine verificatesi nei mesi precedenti.
La presenza di clorosi fogliare più o meno diffusa sulla chioma può invece essere la conseguenza di infezioni di Mycocentrospora cladosporioides, fungo deuteromicete che determina la piombatura o cercosporiosi dell’olivo; normalmente gli interventi programmati contro l’occhio di pavone eseguiti in primavera svolgono un’azione indiretta di contenimento anche degli attacchi di lebbra e cercosporiosi.
Negli oliveti in cui sono in atto gravi ed estese manifestazioni di piombatura, sono necessari interventi specifici: risultati soddisfacenti si ottengono eseguendo, nei mesi di luglio e ottobre, trattamenti specifici con prodotti fitosanitari a base di sali di rame che devono essere distribuiti avendo cura di raggiungere tutta la vegetazione.

Gli eventi meteorologici estivi, a volte particolarmente gravi (grandinate, temporali intensi), qualora provochino ferite sui rami e sulle branche possono favorire la diffusione del batterio Pseudomonas syringae subsp. Savastanoi, agente causale di rogna o tubercolosi dell’olivo.
Efficaci interventi possono essere effettuati, anche in questo caso, impiegando composti del rame subito dopo il verificarsi calamitoso.
Il rame, se distribuito con tempestività sulla vegetazione, è grado di inibire la penetrazione batterica prevenendo l’inizio di nuovi processo infettivi.
Più articolata in estate risulta invece la difesa dai fitofagi, particolarmente da quelli capaci di danneggiare direttamente i frutti e incidere in misura consistente sulla produzione.
La seconda generazione di tignola (Prays oleae) è tipicamente carpofaga. La femmina adulta depone le uova sul calice delle olivine in accrescimento e la larva penetra nel frutto dalla zona peduncolare, favorendo la caduta a terra delle olive infestate.
È consigliato intervenire al superamento della soglia, che per le varietà da olio oscilla tra il 7% e il 15% di drupe attaccate, con prodotti fitosanitari insetticidi a base di spinetoram, ritenendo utile riservare l’impiego di acetamiprid e fosmet al controllo della mosca dell’olivo (tabella 1).
Tabella 1 – Norme tecniche di difesa integrata volontaria contro malattie fungine e batteriche (Reg.Toscana 2020, estratto) | ||
Principi attivi e ausiliari | Soglie e criteri d’intervento | |
Malattie fungine e batteriche | ||
Occhio di pavone (Spilocaea oleagina) Piombatura (Mycocentrospora cladosporioides) |
Prodotti rameici Dodina (1) Fenbuconazolo (2) Trattamenti ammessi: 1 |
Interventi agronomici: impiegare varietà poco suscettibili; adottare sesti d’impianto non troppo fitti; favorire l’arieggiamento e l’insolazione anche nelle parti interne della chioma; effettuare concimazioni equilibrate; Per la Piombatura, interventi agronomici: mantenere un buono stato vegetativo delle piante e una buona aerazione della chioma; evitare apporti di acqua superiori a quanto richiesto dalla coltura. |
Rogna dell’olivo (Pseudomonas syringae pv. savastanoi) |
Prodotti rameici | Interventi agronomici: eliminare e distruggere i rami colpiti; eseguire la potatura in periodi asciutti, limitando i grossi tagli ed eliminando i rami infetti; evitare dove è possibile la formazione di microferite nel periodo autunnale specialmente durante le operazioni di raccoltaInterventi chimici: Intervenire chimicamente esclusivamente in presenza di forte inoculo sulle piante, soprattutto al verificarsi di gelate o grandinate o in post-raccolta. |
Limitazioni d’uso (1) Dodina: max 1 intervento anno e solo nel periodo primaverile. (2) Fenbuconazolo: ammesso solo per il controllo dell’occhio di pavone, max 1 intervento all’anno indipendentemente dall’avversità tra ripresa vegetativa e prefioritura. |
Gli attacchi di cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae) non sono rivolti direttamente alle drupe, tuttavia possono risultare estremamente dannosi.
Per il controllo delle infestazioni bisogna avvalersi dei risultati del campionamento eseguito in primavera prima che le neanidi evolvano in forme adulte. Se all’epoca la soglia di 5-10 neanidi per foglia era stata superata, in luglio, e comunque quando il 90% delle femmine hanno uova schiuse al disotto dello scudetto, è opportuno eseguire l’intervento insetticida, impiegando oli minerali bianchi alle dosi consigliate in etichetta. Il trattamento se necessario, può essere ripetuto a distanza di 15-20 giorni.
In estate ha inizio l’attività di controllo del principale fitofago dell’olivo: la mosca (Bactrocera oleae). Questo insetto, che è presente nell’oliveto allo stadio di adulto durante tutto l’anno, inizia l’attività riproduttiva a partire del mese di luglio quando le olive raggiungono la dimensione adatta per accogliere l’uovo deposto dalla femmina attraverso il suo ovopositore.
La ferita è visibile dall’esterno come una piccola lesione triangolare di colore marrone (vedi foto in apertura). Le larve si nutrono all’interno della drupa, scavando gallerie attraverso tutto il frutto e provocando un danno sia diretto sia indiretto alla produzione.
Larve mature si impupano, già in estate, all’interno frutti ancora immaturi preparando un foro di uscita per l’adulto. Le temperature estive molto elevate possono indurre mortalità negli adulti, uova e larve riducendone il tasso di sopravvivenza.
In considerazione del comportamento trofico della mosca è consigliabile valutare l’andamento della popolazione del dittero installando apposite trappole (2-3/ha) per la cattura degli adulti e prelevando periodicamente campioni di olive su cui verificare il livello di infestazione a partire da quando iniziano a comparire le prime ferite di deposizione sui frutti.
Negli oliveti a conduzione biologica che applicano metodologie di lotta basate sulla cattura degli adulti, nel mese di luglio, è consigliabile installare le trappole per l’applicazione della “cattura massale” o del metodo “attract & kill” o “lure & kill”.
Sono disponibili diverse tipologie di trappole per la cattura degli adulti di mosca dell’olivo (sia maschi sia femmine) contenenti attrattivi alimentari come proteine idrolizzate, torula, bicarbonato di ammonio, putrescina.
Per migliorare la capacità attrattiva possono essere innescate con feromone sessuale di sintesi (1,7 – dioxaspiro – [5.5] undecano o Spiroketal) e in alcuni casi viene anche sfruttato l’effetto cromotropico.
Sono anche disponibili sistemi costituiti solo da trappole contenenti attrattivi alimentari come idrolizzati proteici. Questi sistemi sono utilizzati per attrarre gli adulti ed interferire con la fase dell’accoppiamento o per catturare le femmine prima che ovidepongano.
Le tecniche di cattura massale e di attrack & kill per essere efficaci andrebbero applicate su aree sufficientemente estese: le strategie di lotta integrata raccomandano in genere superfici minime comprese tra i 2 e i 5 ha.
Tabella 2 – Norme tecniche di difesa integrata volontaria contro parassiti animali (Reg.Toscana 2020, estratto) | |||
Ammessi | Principi attivi e ausiliari | Soglie e criteri d’intervento | |
Mosca delle olive (Bactrocera oleae) |
Lotta larvicida (2 o 3 trattamenti secondo la provincia) |
Phosmet (1) Acetamiprid (Neonicotinoide) (2) |
Soglia: 5-10% di olive con punture fertili: uova, larve di I° e larve di II° età. |
Lotta adulticida | Dispositivi ad azione “attract and kill”: a) Spinosad (3) con specifica esca pronta all’uso; b) Acetamiprid (2) con aggiunta di esca alimentare/attrattiva; c) dispositivi con attrattivi alimentari e/o feromonici, e/o avvelenati con Deltametrina. Prodotti ad azione repellente: Beauveria bassiana |
Obbligo di istallare trappole cromotropiche gialle da metà giugno.Soglia: Presenza di adulti nelle trappole cromotropiche gialle
I trattamenti con prodotti rameici ammessi per le malattie fungine hanno degli effetti positivi anche nel contenere gli attacchi della mosca delle olive Eventuali trattamenti con Caolino contro le bruciature dal sole sembrano avere effetti positivi nel contenere gli attacchi della mosca delle olive |
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Cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae) |
1 trattamento | Olio minerale Piretrine Phosmet (1) |
Soglia: 5-10 neanidi vive per foglia (nel periodo estivo)Interventi agronomici: potatura con asportazione delle parti più infestate e bruciatura delle stesse; limitare le concimazioni azotate; favorire l’insolazione all’interno della chioma con la potatura.
Interventi chimici: vanno effettuati al superamento della soglia e nel momento di massima schiusura delle uova e fuoriuscita delle neanidi (orientativamente da luglio a agosto). La presenza della cocciniglia non è mai generalizzata, pertanto è preferibile limitare gli interventi alle zone più infestate dell’oliveto e prima di qualsiasi intervento chimico verificare la presenza di antagonisti naturali come il Metaphichus, Scutellista, ecc. |
Tignola dell’olivo (Prays oleae) |
1 trattamento | Bacillus thuringiensis Phosmet (1) Spinetoram (4) Acetamiprid (Neonicotinoide) (2) |
Intervento ammesso solo contro la generazione carpofaga (oliva grano di pepe).Soglia: 20% di olive infestate da uova e/o larve in fase di penetrazione |
Limitazioni d’uso (1) Phosmet: max 1 intervento all’anno indipendentemente dall’avversità. Si consiglia di acidificare l’acqua. (2) Acetamiprid (Neonicotinoidi): max 2 interventi all’anno indipendentemente dall’avversità. Acetamipirid con aggiunta di esca attrattiva/alimentare: max 3 interventi all’anno con intervallo tra le applicazioni di 10 giorni. (3) Spinosad con specifica esca pronta all’uso: max 8 applicazioni all’anno. (4) Spinetoram: max 1 intervento all’anno indipendentemente dall’avversità. |
Le trappole contro la mosca dell’olivo normalmente impiegate in olivicoltura si possono suddividere in base alla tipologia costruttiva.

Trappola cromotropica
È una trappola di cartone o di materiale plastico di forma regolare di colore giallo, ricoperta da un sottile strato colla in grado di catturare gli adulti.
Questa trappola può essere associata a feromoni e attrattivi alimentari in genere contenuti in dispenser polimerici a rilascio controllato.
Trappola a pagoda

Il corpo è un oggetto a forma di pagoda o a tettuccio realizzato in materiale di cartone cerato o plastico ricoperto da un sottile strato di colla utilizzato per intrappolare le mosche una volta atterrate all’interno della trappola.
La trappola è inoltre dotata di un dispenser di feromone inserito al suo interno.
Trappola a sacchetto.

È costituita da un sacchetto di carta, internamente rivestito con polietilene, che contiene un attrattivo alimentare. La carta del sacchetto è impregnata di insetticida.
Insieme al sacchetto viene fornito anche un dispenser di feromone che va attaccato alla trappola.
Trappola Mc Phail.

È costituita da un contenitore in plastica che contiene un liquido con attrattivi alimentari (sostanze ammoniacali o lieviti). Le mosche entrano dal fondo della trappola attraverso un’apertura e cadono nella soluzione. Possono essere corredate da dispenser di feromone sessuale.
Trappola a bottiglia.

È costituita da una bottiglia in PET della capacità di litri 1,5-2,0 riempita per 2/3 di acqua e munita di fori del diametro di mm 5 (in alcuni casi anche mm 8) nel terzo superiore. All’acqua si aggiungono attrattivi alimentari (esche proteiche o lieviti).
Attrattivo impiegato* | ||||
SK – BA* | PI | |||
Tipo di trappola | ||||
Cromotropica | Pagoda | Sacchetto | McPhail/Bottiglie di plastica |
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Maschio | X | X | X | X |
Femmina | X | X | X | X |
SK: Spiroketal; BA: Bicarbonato di ammonio; PI: Proteine idrolizzate. |
Infine occorre ricordare che il Ministero della salute, causa l’emergenza sanitaria, ha autorizzato l’uso di formulati commerciali contenenti il dimetoato dal 1° luglio al 28 ottobre 2020.
Fonte: www.olivoeolio.edagricole.it