Più di 750 mila tonnellate di olio di oliva spagnolo restano in cisterna
La situazione nel mercato spagnolo dell’olio di oliva è di nuovo in bilico, nonostante i flussi commerciali siano stati buoni, in media con l’andamento delle precedenti campagne olearie
Un dato che, però, ha sorpreso molti analisti visto che la quotazione dell’olio spagnolo è scesa sensibilmente, da circa 3 euro/kg di luglio 2018 agli attuali 2 euro/kg, con trend nuovamente in discesa dopo l’apparente lieve risalita in luglio.
Generalmente, infatti, a fronte di una contrazione dei prezzi si assiste a una risalita dei consumi, quindi delle vendite in volume.
Invece le vendite complessive di oli di oliva spagnoli sono state di 1,4 milioni di tonnellate circa, a fronte di 1,78 milioni di tonnellate di produzione e 418 mila tonnellate di stock della campagna precedente (2017/18).
Il risultato finale è uno stock di 757 mila tonnellate a inizio campagna olearia 2019/20, la maggior parte delle quali in mano ai frantoiani, specie cooperativi, per 531 mila tonnellate, mentre 196 mila tonnellate sono in giacenza presso industriali e imbottigliatori.
A fronte di questa situazione fa impressione la mole di olio straniero che è stato importato dalla Spagna, 141 mila tonnellate nel 2018/19, ovvero il 10% del venduto complessivo.
Nel Paese iberico sostengono che la giacenza complessiva è sicuramente sostenibile, anche a fronte di una produzione stimata da 1,2 milioni di tonnellate, che porterebbe il presumibile stock a ottobre 2020 a 500 mila tonnellate, un dato medio.
Resta però l’incertezza legata all’impatto che i dazi di Trump potranno avere sull’export verso gli Usa e la possibile concorrenza degli altri Paesi produttori del bacino del Mediterraneo, Tunisia in primis, che hanno una buona produzione.
Timori e perplessità che potrebbero favorire speculazioni di mercato, con possibili crisi di prezzo a Jean con l’inizio della nuova campagna olearia.
Fonte: www.teatronaturale.it