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Marcello Del Ferraro eletto presidente Assitol

Marcello Del Ferraro è il nuovo presidente di ASSITOL, l’Associazione Italiana dell’Industria olearia, aderente a Federalimentare e Confindustria. L’assemblea associativa lo ha eletto all’unanimità.

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Anna Cane (Assitol): stupore per l’accordo Federolio-Coldiretti

Assitol “guarda con stupore alla proposta presentata nell’accordo Federolio-Coldiretti” perchè “punta a premiare un blend con un 50% di 100% italiano”. Continua a leggere

olio

Aprire un dialogo costruttivo tra le due anime della filiera: olio artigianale e olio industriale

Aprire un dialogo significa costruire una strategia win-win. Esistono obiettivi quanti-qualitativi differenti tra i due modelli di produzione, distribuzione e vendita ma deve risultare altrettanto chiaro che non esiste una sola tipologia di consumatore di olio extravergine di oliva al mondo 

Da presidente dell’Associazione Frantoiani di Puglia e Membro del Consiglio AIFO leggo con interesse il rinnovo delle cariche in ASSITOL …

Premetto che, essendo ASSITOL l’Associazione Italiana dell’Industria Olearia che rappresenta le imprese industriali che operano nel settore delle materie grasse e dei prodotti derivati, essa si colloca, per posizione nella filiera olivicola-olearia, in antitesi a AFP e AIFO che sono associazioni di frantoiani che operano per la tutela dell’azienda frantoio e del ruolo del Mastro Oleario nella definizione delle caratteristiche qualitative del prodotto.

L’olio artigiano per le sue peculiarità non è concorrente con quello confezionato dalle aziende industriali. È semplicemente un prodotto diverso.

Pertanto, ho accolto con partecipazione la comunicazione della Neo-Presidente Anna Cane che ha auspicato di dare nuova visibilità alle competenze del nostro settore olivicolo oleario coinvolgendo anche i maestri oleari. L’intervento è particolarmente apprezzato poiché in apertura si sottolinea il bisogno di ridare valore all’olio d’oliva guardando anche fuori da ASSITOL e aprendosi alla collaborazione con istituti scientifici di eccellenza. Questa nuova apertura è importante per creare unione nella filiera olivicola olearia italiana.

Sono profondamente convinto che sia necessario aprire un dialogo costruttivo tra le due anime della filiera, l’anima dell’olio artigianale e quelle dell’olio industriale. Infatti le due visioni non devono essere considerate due universi in antitesi ma complementari.

È chiaro che esistono obiettivi quanti-qualitativi differenti tra i due modelli di produzione, distribuzione e vendita, che portano a prodotti chiaramente diversificati, ma deve risultare altrettanto chiaro che non esiste una sola tipologia di consumatore di olio extravergine di oliva al mondo, ma diverse tipologie che scelgono differenti segmenti del mercato orientati da preferenze legate al gusto, all’esigenza di soddisfare bisogni impliciti del prodotto (cultivar, territorio, processo produttivo, sostenibilità ecc) ed infine anche alla disponibilità a pagare.

Aprire un dialogo significa costruire una strategia win-win che non scontenti o danneggi alcuno dei soggetti coinvolti nella filiera olivicola olearia italiana. Deve risultare chiaro che ogni contrapposizione, non costruttiva, crea solo confusione nell’approccio dei consumatori al prodotto, generando diffidenza, timori e apprensioni.

Ricordiamoci che la domanda di prodotto nazionale è superiore alla nostra capacità produttiva e che c’è spazio per diversificare l’offerta in modo da rivolgersi a target differenti di consumatori e canali diversi di vendita nonché modalità e occasioni d’uso diversificate.

Ricordando l’impegno che AFP ha profuso nel riconoscimento della figura del Mastro Oleario, con l’istituzione della legge regionale in Puglia e del primo Albo dei Mastri Oleari in Italia, non mi rimane che salutare con attingendo alla frase di John Nash (premio Nobel per l’economia nel 1994), il quale afferma che “Il miglior risultato non si ottiene quando ogni componente di un gruppo fa ciò che è meglio per sé, ma quando fa ciò che è meglio per sé e, contemporaneamente, per il gruppo”.

Parafrasando, cerchiamo di fare il meglio per la filiera olivicola-olearia.

di Stefano Caroli

Fonte: www.teatronaturale.it

dieta mediterranea

Cno, Unapol e Unasco: “Gli industriali tradiscono la produzione olivicola italiana”

“Invece di proporre soluzioni per rilanciare l’olivicoltura nazionale e difendere il made in Italy, il direttore di Assitol benedice le importazioni a dazio zero, senza controllo, dalla Tunisia e ribadisce l’impegno degli industriali italiani nella selezione di oli di qualità in giro per il Mediterraneo. Si tenta, ancora una volta, di calpestare gli interessi degli olivicoltori italiani, giocando anche sulla pelle dei consumatori, in nome del business senza scrupoli: continueremo ad opporci con tutte le forze a questa logica”.

Il mondo della produzione italiana risponde unito e sconcertato alle parole del direttore di Assitol, associazione degli industriali oleari italiani, Andrea Carrassi, riportate nelle ultime ore dagli organi di stampa.

In un incontro a Tunisi, infatti, Carrassi ha benedetto le importazioni di olio a dazio zero, senza controllo e programmazione, dal paese africano, ribadendo l’impegno delle aziende olearie italiane nella selezione di oli in giro per il Mediterraneo.

Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, Unapol e Unasco non ci stanno e rilanciano.

“È grave che l’industria olearia italiana preferisca commercializzare un olio di dubbia provenienza, prodotto in condizioni igienico sanitarie disastrose attraverso manodopera sfruttata e sottopagata, al Made in Italy dei produttori italiani, tracciato e di qualità”, attaccano i Presidenti Gennaro Sicolo (CNO), Tommaso Loiodice (Unapol) e Gino Canino (Unasco).

“Le parole di Carrassi sono gravi perché giustificano i comportamenti di molti industriali, anche di quelli più fraudolenti, protesi ad importare prodotto da paesi comunitari ed extracomunitari e a mettere sul mercato miscele di oli più o meno extravergini – dichiarano i rappresentanti del mondo della produzione olivicola italiana -. Queste parole smentiscono la stessa associazione degli industriali italiani, impegnata insieme a noi nel FOOI, Filiera Olivicola Olearia Italiana, che invece fino ad ora aveva sempre ribadito il sostegno alle iniziative della produzione per il rilancio dell’olivicoltura nazionale”.

“Più che parlare di dazio zero dalla Tunisia, gli industriali italiani dovrebbero combattere contro le tante complicazioni che le nostre migliori produzioni di olio extra vergine di oliva devono affrontare quando cerchiamo di esportarle nel mondo – continuano i Presidenti di CNO, Unapol e Unasco -. Oltre ai dazi che tutti i paesi utilizzano, ci sono le cosiddette barriere non tariffarie, come le restrizioni quantitative, sanitarie, burocratiche e tecniche: Paesi come l’Australia, gli Stati Uniti, Taiwan, il Brasile, l’Arabia Saudita, l’India, la Cina e tanti altri le utilizzano per rendere difficile la vita agli esportatori di olio extravergine di oliva”.

“Il 28 novembre incontreremo nuovamente il Ministro Martina e metteremo sul tavolo questi problemi – concludono i Presidenti di CNO, Unapol e Unasco -. Chiediamo al governo una presa di posizione definitiva a sostegno della produzione italiana e dell’olio extravergine d’oliva Made in Italy”.