Xylella, forse gli innesti funzionano
Dalle campagne di Patù, nel leccese, un piccolo segnale di speranza grazie agli innesti.Nel giro di un anno dagli innesti, su cento alberi di ulivi ben ottanta sono tornati alla vita, chiudendo – si spera – per sempre la porta al batterio da quarantena Xylella fastidiosa.
“Gli alberi sono rigogliosi e promettenti, pronti ad arrivare a produrre olive già con la prossima stagione”, dice Lucio Pisanello, olivicoltore e innestatore esperto di Alezio. Da alberi varietà Ogliarola gli ulivi sono diventati varietà Leccino, una varietà resistente come appurato dalle ricerche scientifiche.
Altro segnale beneaugurante viene da Gagliano del Capo, azienda di Giovanni Melcarne, un altro che non si è dato per vinto.
“Questo semenzale spontaneo l’ho innestato in azienda tre anni fa – dice mostrando un ramo di ulivo pieno di drupe – ha patrimonio genetico delle nostre varietà Cellina e Ogliarola salentina; è molto produttivo, con pezzatura delle drupe tipo Leccino; è a medio-bassa vigoria; la Mosca delle olive gli fa un baffo. Dimenticavo: è stato già inoculato con insetti vettori infetti da #Xylella: speriamo che risulti almeno resistente”.
Così come si spera che le altre ricerche ancora in corso, alcune di carattere internazionale, possano portare a risultati che sappiano indicare strade attraverso cui chiudere il dramma del batterio invincibile e aprire ad una nuova olivicoltura.
Fonte: www.piazzasalento.it